Lambrusco di Modena, spumantizzato in metodo classico, 100% Lambrusco di Sorbara.
L’azienda Platrinieri è una delle mie preferite nella zona del Lambrusco (diciamo che per adesso è l’unica che ricompro con costanza e non solo per provarli).
Il Grosso è una vinificazione metodo classico (non ditelo ai francesi ma è lo stesso processo con cui loro fanno quel vino buono buono buono e caro caro caro) delle uve con cui normalemnte viene fatto il Lambrusco nella zona di modena.
E’ un vino BRUT, quindi asciutto, secco, con pochi zuccheri residui ed in un vino come il lambrusco questo si sente, ed anche molto.
Io l’ho bevuto con due würstel, belli grassi. L’ho aperto perché speravo che tra le bollicine ed i pochi zuccheri riuscisse a pulire bene la bocca, dato che i würstel mi piacciono ma dopo tre morsi mi stuccano e quindi evito di mandarli …
Ha fatto a dovere lo scopo per cui lo avevo aperto, abbinamento più che piacevole (forse il vino era leggermente sopra il piatto, ma per me era perfetto).
La bottiglia tra le altre cose non era nemmeno giovanissima, un 2014 con sboccatura Marzo 2017 , la bottiglia è la 409 di 2850, e come avrete già capito leggendo l’unico altro mio post sul vino , tendo a bere vini con tirature basse.
La resa è quella di un lambrusco, siamo sui 120 quintali per ettaro (siamo sui livelli del prosecco DOC) ma la zona dei vigneti è “Il Cristo” una zona vocato per il sorbara.
Come dicevo la sboccatura è di più di 2 anni fà, e per un lambrusco “normale” 2 anni non sono proprio pochi, ma il Grosso regge bene l’età.
Dallo scorso assaggio non ho trovato nessuna differenza, forse si è un pò ammorbidito per le parti acide e quindi la beva è migliorata.
Nota dolente il tappo, era al limite e quindi non sò se le altre bottiglie che ho in cantina reggeranno ancora un’altro anno, ma tra 10-12 mesi se ancora non le avrò bevute cercherò di fare un parallelo.
Passiamo alla degustazione.
Il Colore è un rosa spento, le bollicine sono fini, persistenti e morbide (non sono come quei troiai del lambrusco a 2€ che sembra fatto con le bombolette di anidride carbonica) ed accarezzano il palato in modo sopraffino.
Al naso spiccano gli agrumi, sul sito riportano il limone, a me sembra più cedro, ma forse è dato dalla vecchiaia, di pesca noce e le fragoline invece non c’è traccia, ma si inizia a percepire un profumo di burro (tipo brioches appena sfornate)
In bocca è secco, secchissimo, quasi più sul Dry che sul Brut, frutta rossa matura sapido e persistente.
Insomma un vino da provare ed apprezzare.