Il dato al centro del BIM – UNI EN ISO 23386:2000

Nella ISO 23386:2020 è il dato l’oggetto principale della norma, convertita in Italia con la UNI EN ISO 23386:2020.

Dopo molti anni di modellazione, modellazione parametrica, modellazione delle informazioni e soprattutto di condivisione dei modelli, siamo arrivati finalmente a capire che anche i dati inseriti nei modelli saranno utilizzati nell’intero arco di vita dell’opera, struttura o infrastruttura che sia.

Se un modello deve passare dai vari step di progettazione fino alla realizzazione, con più attori coinvolti dallo studio preliminare, alla cantierizzazione, fino alla gestione dell’opera, risulta fondamentale che anche le informazioni di progetto (parametri) siano gestiti in maniera unitaria e standard e mantenuti in un dizionario di dati interconnessi.

Il titolo Italiano della norma è :

Bulding information modeling e altri processi digitali utilizzati nelle costruzioni – Metodologia per descrivere, creare e mantenere proprietà nei dizionari di dati interconnessi.

Analizzando il titolo troviamo anche un indizio che il BIM non è l’unico ambito di applicazione, infatti la norma lascia spazio ad “altri processi digitali”.

Sempre nella UNI troviamo :

La norma stabilisce le regole per la definizione delle proprietà utilizzate nella costruzione e una metodologia per la loro creazione e manutenzione, per una condivisione digitale sicura e senza soluzione di continuità tra le parti interessate a seguito di un processo BIM

Si parla di :

  • Regole per la definizione delle proprietà e dei gruppi di proprietà;
  • Regole di gestione per la creazione e la manutenzione delle proprietà e dei gruppi di proprietà;
  • Gestione di un dizionario di dati;
  • Gestione di un network di dizionari di dati.

Nel paragrafo 4.4.1 la norma poi scende nel dettaglio con una tabella dove vengono definiti gli attributi delle proprietà, con circa 40 diversi attributi da gestire.

Nel paragrafo 4.4.2 è presente una tabella dove vengono definiti gli attributi per i gruppi di proprietà, con una lista di 23 attributi.

Il capitolo 5 illustra un workflow per le interazioni tra utenti, esperti e data dictionary.

  • Figura 1 – Gestione delle dizionari di dati (connessi) per la proprietà;
  • Figura 2 – Gestione dei dizionari di dati (connessi) per un gruppo di proprietà.

La norma passa poi a descrivere le azioni che possono essere fatte sulle proprietà o sui gruppi di proprietà, come la creazione, la modifica, la disattivazione, la sostituzione, la frammentazione e l’unione.

Gli esperti

Nella norma si fa riferimento agli esperti (Experts) e commissioni di esperti. Non si offrono molte informazioni per capire chi siano questi esperti veramente, ma dall’allegato D sembra che debbano essere compresi in uno o più di questi gruppi:

  • Rappresentanti di organizzazioni governative;
  • Rappresentanti delle commissioni di standardizzazione o dei comitati tecnici;
  • Membri di organizzazione di certificazione;
  • Membri di organizzazioni professionali;
  • Membri di organizzazioni di classificazione;
  • Membri di organizzazioni che gestiscono standard di interscambio riconosciuti.

Qualche dubbio

Le ISO sono norme sovranazionali, di indirizzo e quindi non scendono mai nel particolare, lasciando poi alle normative locali (come ad esempio le norme Europee o Italiane) di scendere più nel dettaglio.

Ma in pratica come funzionano questi dizionari?

Su questo è la norma ISO che ci viene in aiuto nel paragrafo 5.2.1 dove viene esemplificato il workflow per gestire i parametri da parte dell’utente finale (Modellatore, BIM Specialist, BIM Coordinator etc ).

L’interazione di ogni utente con le interconnected reference system inizia con una ricerca per la proprietà (o parametro) attraverso un’interfaccia che permette l’accesso al network di data dictionaries. Questa interfaccia è responsabile della trasmissione della richiesta a tutte gli interconnected data dictionaries.

L’interfaccia restituirà quindi un elenco delle proprietà trovate in ogni dizionario tra quelli interconnessi.

A questo punto l’utente ha due scenari:

  • l’utente è soddisfatto delle risposte e sceglie la proprietà che si adatta al suo modello;
  • l’utente non è soddisfatto e può proporre la creazione, la modifica, la disattivazione, la sostituzione, la frammentazione e l’unione della proprietà.

Tutte le opzioni del secondo scenario, andranno poi gestite da un esperto.

Come si gestisce questa mole di informazioni ?

Come vedevamo, ogni proprietà ha come minimo 40 attributi, quindi sarà necessario un database per collegare i nostri parametri all’interno dei software di BIM authoring a questa mole di dati.

Inoltre saranno necessari database condivisi tra più organizzazioni per assicurarsi che tutto questo sia effettivamente utilizzabile lungo tutto il percorso di vita del modello, o perlomeno questi dizionari dovranno in qualche modo essere aperti e permanenti (parlando di vita media dell’opera, la stessa può essere ampiamente oltre i 100 anni).

Chi deve gestire questa mole di informazioni?

La azzardo ? il cosiddetto CDE Manager (ma esistono davvero? qualcuno li ha mai visti o sono solo figure mitologiche?). Per la gestione di questi database non sarà sufficiente una figura professionale come un Architetto, Ingegnere, Geometra etc, ma serviranno figure ibride, come i CDE manager appunto, che oltre alla formazione nel campo AEC avranno anche una formazione informatica, in grado quindi di gestire questi strumenti.

E con che strumenti saranno gestiti?

Forse il modo migliore per gestire queste informazioni è utilizzando database aperti, open data, (addirittura mi verrebbe da dire blockchain), in modo che sia i vari software di BIM Authoring, che i Common Data Environment possano interfacciarsi in modo trasparente con questi dizionari, rendendo così possibile gestire le proprietà o i parametri o i dati, direttamente dal Software o dall’applicazione del Common Data Environment.

Altro?

Naturalmente sono le mie prime impressioni dopo la lettura della norma (uscita come UNI in questi giorni) quindi mi aspetto inizi un acceso dibattito e che ognuno possa portare una sua visione ed applicazioni su quanto scritto nella ISO.

Se penate possa essere interessante discuterne, potremmo provare anche a fare qualche esempio pratico ed applicarlo per dei parametri reali

Un grazie particolare all’Ing. Marco bottero, che come sempre mi supporta e mi sopporta, aiutandomi anche nella correzione delle bozze di quello che scrivo.

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