Hector Retamal/Agence France-Presse — Getty Images

Un Paese due sistemi, ma mica tanto

Nel 1984, tra la Lady di Ferro Margaret Thatcher allora Primo Ministro Britannico e Deng Xiaoping leader “de facto” delle Cina “moderna” per quasi 20 anni fù stipulato un accordo, quello che riportava sotto i confini cinesi la penisola di Hong Kong dopo il 1997.

L’accordo prevedeva il concetto di “Un Paese, due sistemi” che garantiva alla città di Hong kong l’autonomia quasi totale da Pechino fino al 2047 (50 anni) nei quali si prevedeva che le condizioni della cina salissero sino al punto da non rendere più necessaria questa “autonomia” in quanto sarebbe stata inutile.

Così è stato per i primi 15 anni circa, dove Hong kong ha potuto continuare la sua ascesa a capitale mondiale della finanza e capitale asiatica per tutto il resto, poi la Cina forse comprendendo che quello ipotizzato non era poi raggiungibile ha iniziato ad interferire con il governo di HK.

5 anni fà la protesta degli “ombrelli gialli” faceva capire che gli abitanti di HK poco amavano le scelte del governo locale di seguire gli indirizzi di Pechino, e dopo alcune settimane di proteste il problema “rientrò”.
A quei tempi si protestava perchè Pechino voleva avere potere di decisione sul governatore di HK, cosa che poi, con la sig.ra Carrie Lam che oggi deve risolvere queste proteste, in realtà è avventuo.

In quest’ultima settimana siamo arrivati ad un nuovo scontro, il perché è presto detto, la Cina vuole prevedere l’espatrio da HK (che adesso non c’è) per alcuni reati.
Questa ingerenza non è piaciuta e più di un milione di persone (su una popolazione di 7 milioni di abitanti) sono scese per le strade (nello specifico di fronte ai palazzi del governo per protestare). I video sono impressionanti.

Quello però che mi colpisce è l’enorme senso civico degli abitanti di Hong kong. Queste manifestazioni non sono mai organizzate dai partiti politici, di maggioranza o opposizione, sorgono spontanee, slegate alle tematiche strettamente politiche e mettono i cittadini insieme a protestare contro decisioni su cui non sono d’accordo.

In Italia ci arriveremo mai ?

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